Sta per sfondare un importante tetto di utenti il nuovo social network di BigG. Ma le critiche non mancano, così già questa settimana sono promessi importanti cambiamenti. In cosa potrebbe migliorare? Ecco le nostre idee
di Martina Pennisi
Finita la febbre da invito, Google+ è aperto a tutti da qualche giorno, è la fame di numeri a farla da padrone: quanti iscritti ha il neonato rivale di Facebook? Quanti sono attivi? La curiosità per un primo riscontro è tale da aver fatto rimbalzare ovunque la spannometrica valutazione di Paul Allen, fondatore di Ancestry.com: sarebbero più di 9,5 milioni gli utenti presenti sulla piattaforma (e nel prossimo week-end si dovrebbe arrivare addirittura a 20 milioni). Numeri, questi, che dimostrano la fiducia accordata a Mountain View praticamente a scatola chiusa e che impongono al colosso californiano stesso di prestare particolare attenzione al nuovo prodotto. Secondo quanto si legge sul profilo di Vic Gundotra, vice presidente della divisione Social di Google, "le critiche sono numerose" e durante questa settimana assisteremo a "importanti cambiamenti". Nella corsa ai 750 milioni di Zuckerberg è dunque già il momento di una prima piccola rivoluzione e noi abbiamo ipotizzati i dieci snodi attorno ai quali dovrebbe essere impostata.
1) Togliere le Cerchie. Detta così sembra una provocazione, anche perché si tratta della caratteristica distintiva di Plus, ma lo è solo in parte. Dividere a priori i propri contatti in gruppi che condizionano il successivo accesso agli aggiornamenti è quantomeno impegnativo. Se si tratta di una cinquantina di persone può anche avere senso, ma vatti a ricordare su 800 amici quali hai messo nella cerchia c ompagni di scuola e quali in quella persone a cui posso dire tutto. Oppure, ogni volta che cambi lavoro o un collega passa alla concorrenza, quanta voglia hai di aggiornare il cerchietto per evitare di rivelare strategie aziendali a orecchie indiscrete? Basterebbe invertire il processo: aggiungo e poi eventualmente inserisco in un gruppo. Stesso discorso per gli aggiornamenti: facciamo che tutti vedono tutto e si va a esclusione qualora si senta il bisogno di restringere l'accesso.
2) Mettere il tasto -1. Altra provocazione. Però, perché no? Su Facebook il tam tam di richieste per il tasto Non mi piace non accenna a esaurirsi, nonostante sia abbastanza chiaro che il buon Mark voglia proseguire sulla linea dell'ottimismo, e rispondere a questa necessità potrebbe dare - finalmente - un Plus al social network di Google.
3) Profili certificati. Altra cosina da rubacchiare altrove: Twitter ha fatto, inizialmente, della partecipazione dei Vip il suo successo. Su Facebook, per convincere gli utenti che a scrivere è davvero il Dalai Lama della situazione ci vogliono settimane intere. Perché non dare su + un passaporto certificato alle very important person e farlo diventare l'anticamera del privé più esclusiva del Web?
4) Integrazione con Calendar. Sicuramente sarà uno dei primi conigli a uscire dal cappello, ma per ora Google ha deciso di tenerlo in panchina.
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